La frattura di femore come paradigma in riabilitazione geriatrica

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La frattura di femore come paradigma in riabilitazione geriatrica

Quali outcome riabilitativi migliorano con il lavoro d’equipe: la frattura di femore come paradigma in riabilitazione geriatrica

Tra i servizi erogati dalla Fondazione ormai da quasi trent’anni c’è quello del ricovero riabilitativo a tempo pieno poi riclassificato in cure intermedie. Il servizio opera quasi 300 ricoveri in un anno con una degenza media di circa 30 giorni a carico del SSR e da sempre è un fiore all’occhiello della struttura.

All’interno del servizio la maggior parte dei ricoveri proviene dall’ASST di Mantova o comunque dagli ospedali per acuti e una parte meno consistente, ma altrettanto importante, dal domicilio. Tra le patologie trattate vi sono i postumi della frattura del femore operata e
dimessa verso il nostro servizio dopo circa 5-7 giorni dai reparti di ortopedia. Buona parte di questi pazienti ha una elevata multimorbilità fisica e cognitiva, quest’ultima in particolare è presente in circa il 40% dei ricoverati. La statistica dice che alla dimissione, circa il 42% non recupera la piena autonomia premorbosa, il 35% è incapace di deambulare senza ausili o assistenza, il 20% non riesce più a fare la spesa in modo indipendente e il 20% viene ricoverato in RSA entro il primo anno dopo la dimissione riabilitativa.

Questi dati evidenziano che ciò che influisce sul recupero funzionale sono prevalentemente la demenza, gli eventi acuti intercorrenti, il delirium, la polifarmacologia e la nutrizione spesso complicata dalla disfagia. Quest’ultima è stata diagnosticata sul 35% nei pazienti con frattura di femore nei primi giorni del ricovero riabilitativo e il delirium è presente in circa il 30% dei pazienti con disfagia.
Da quanto riportato si evince come i problemiindicati coinvolgano tutte le figure del reparto, dal medico all’infermiere, dal fisioterapista al logopedista, dall’oss all’assistente sociale. Questo team è fondamentale per intercettare prontamente i problemi per una repentina risoluzione.

Molto spesso questi pazienti anziani multimorbidi, dopo l’operazione vengono destinati a servizi riabilitativi estensivi mentre è comprensibile che la complessità del lavoro del team multiprofessionale necessita di interventi intensivi rapidi ed efficaci. Di fatto analoghi criteri di tempestività sono da tempo adottati dagli ortopedici che in caso di frattura di femore operano il paziente entro 48 ore dal trauma e ciò ha permesso negli anni una prognosi decisamente migliore, allo stesso tempo anche la riabilitazione deve avere gli stessi criteri almeno nelle prime tre settimane che si mostrano le più critiche per potenziali eventi avversi.

Rimane fondamentale la riunione periodica e regolare del team riabilitativo per puntualizzare i problemi, gli obiettivi e gli interventi da attuare condividendo, col caregiver, il progetto riabilitativo nel suo complesso programmando per tempo le dimissioni e gli interventi da attuare al domicilio.

Category
Articoli Scientifici
Autore
Ettore Muti
Titolo
Dirigente Sanitario della Fondazione Mazzali