Durante il nostro lavoro quotidiano, potremmo notare o venire a conoscenza di comportamenti scorretti, pericoli o altri seri rischi che potrebbero danneggiare l’interesse pubblico e il principio di imparzialità. Chi segnala fatti di corruzione durante l’attività lavorativa dimostra un coinvolgimento eticamente corretto e una mentalità che contribuisce a prevenire fenomeni corruttivi.
Purtroppo, la segnalazione viene spesso vista in modo negativo (come fare la spia) e può generare timori di ritorsioni. Può sembrare più facile ignorare il problema anziché segnalare un sospetto di irregolarità.Per questo motivo, è emersa la necessità di proteggere i dipendenti che segnalano illeciti, come previsto dalla legge n. 190/2012. Il termine “whistleblowing” si riferisce alla segnalazione come un atto di senso civico che contribuisce a far emergere e prevenire situazioni che danneggiano la buona amministrazione e l’interesse pubblico collettivo.
Il sistema informatizzato garantisce la riservatezza e l’anonimato nel rispetto della legge. I dati identificativi del segnalante vengono separati dal contenuto della segnalazione, in modo che il contenuto sia visibile in forma anonima. L’associazione tra la segnalazione e l’identità del segnalante avviene solo se necessario per l’istruttoria e su richiesta del responsabile della prevenzione della corruzione, al fine di ottenere chiarimenti dal segnalante. La segnalazione è protetta dall’accesso ai documenti previsto dalla legge n. 241/1990, a tutela di tutti i soggetti interessati.